Quando si parla di zecche il primo pensiero va subito agli animali domestici.
Quando si parla di zecche il primo pensiero va subito agli animali domestici.
Quello che però non tutti sanno è che questi parassiti possono attaccare anche l’uomo, infettandolo con il loro morso1 e provocando una serie di malattie più o meno gravi a seconda della specie di zecca, del tempo impiegato per rimuovere il parassita e della reattività del sistema immunitario dell’individuo.1
Approfondiamo insieme l’argomento per saperne di più.
Le zecche non sono degli insetti ma degli artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi, la stessa di ragni e scorpioni.2
Zecche: cosa sono, dove vivono e come riconoscerle
Per prima cosa è necessario specificare che le zecche non sono degli insetti ma degli artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi, la stessa di ragni e scorpioni.2
Sono di colore scuro1 e hanno dimensioni piuttosto ridotte, da pochi millimetri fino ad un centimetro.2
Il corpo, non distinguibile dalla testa, è di forma tondeggiante e presenta quattro paia di zampe. Voraci e parassiti, le zecche sono munite di un apparato boccale provvisto di piccoli denti1 in grado di ancorarsi saldamente alla cute di animali e uomini e succhiare il sangue di cui si nutrono.2
Vivono circa 2 anni1 durante i quali attraversano 4 stadi di crescita, uovo, larva, ninfa e adulto che possono susseguirsi anche su ospiti diversi.2
Qual è il loro habitat? Le zecche prediligono gli ambienti ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva,2 bassa e incolta,1 con un clima umido e dove possono trovare fonti di cibo. Proprio per questo i luoghi che ospitano gli animali, come le stalle, i pascoli o le cucce, sono tra gli spazi preferiti dal parassita.2
Come si muovono? Al contrario di quello che si può pensare le zecche non saltano e non volano. La loro peculiarità è quella di attendere l’ospite da parassitare rimanendo appostate all’estremità delle piante. L’anidride carbonica emessa dall’essere vivente e il suo calore del corpo fungono da campanello d’allarme: le zecche riconoscono la presenza di una “vittima” e la attaccano e iniziano a succhiarne il sangue.2
Morso della zecca: è pericoloso?
Grazie al rilascio di una sostanza anestetizzante, il morso con cui la zecca si fissa all’ospite è indolore: accorgersene subito, quindi, è quasi impossibile. La convivenza dura dai 2 ai 7 giorni, tempo in cui il parassita si nutre e al termine del quale si lascia cadere spontaneamente.2
Il morso della zecca in sé non è dannoso. Quello che può renderlo grave sono i microrganismi, i virus, e i batteri presenti nella zecca stessa che si diffondono nel corpo dell’ospite tramite il morso e che possono dare vita a numerose patologie.1
Con un solo morso di zecca è possibile sviluppare:
- L’encefalite da zecca o TBE, causata da un virus del genere Flavivirus, simile a quello della febbre gialla, che colpisce il sistema nervoso centrale.3
- La malattia di Lyme, provocata dal batterio Borrelia burgdorferi. Si caratterizza per la formazione di un eritema sulla pelle che si espande progressivamente e dalla presenza di febbre, dolori articolari, mal di testa e variazioni dell'umore;
- La febbre bottonosa, trasmessa dai batteri Rickettsia conorii. Provoca un rialzo della temperatura e problemi cutanei, macchie, papule e la formazione di crosticine nere;
- L’ehrlichiosi, un’infezione batterica generata dal Riphicefalus sanguinens. È una malattia dal decorso acuto ma che spesso passa inosservata, poiché si presenta con i tipici sintomi influenzali, febbre, nausea, vomito e dolori muscolari.1
TBE: cosa c’è da sapere e come intervenire
Diagnosticata nel nostro Paese per la prima volta nel 1994, la TBE ad oggi è presente in molte parti dell’Europa centro orientale e settentrionale3, nella zona indicata come “TBE belt”, la cintura euroasiatica della TBE4. Negli ultimi 30 anni il numero di casi negli esseri umani nelle regioni endemiche europee è aumentato del 400%, diventando un vero e proprio problema sanitario.5
Il virus responsabile della TBE non si può trasmettere da persona a persona, ma solo attraverso il morso della zecca infetta. È possibile, invece, la trasmissione in gravidanza, dalla mamma al feto6, e anche tramite il consumo di latte e formaggi non pastorizzati derivanti da animali infetti.7
I soggetti più a rischio di infezione sono gli adulti8 e in generale chiunque svolga attività all’aperto come caccia, raccolta dei funghi, campeggio, attività forestale: è muovendosi negli spazi erbosi, infatti, che aumenta la probabilità di imbattersi in una zecca appostata.6
Diagnosticare la TBE può essere complicato perché nel 65% circa dei casi risulta asintomatica.8
Nel caso in cui, invece, la malattia presenti dei sintomi, dopo un periodo di circa 7 giorni di incubazione, si manifesta con disturbi generici come:
- febbre;
- malessere generale e affaticamento;
- mal di testa;
- dolori muscolari;
- nausea.9
A questa prima fase piuttosto silente segue un periodo asintomatico variabile, che può durare anche 30 giorni, e che può precedere una seconda fase in cui la patologia si acutizza in modo molto severo, colpendo il sistema nervoso centrale. È a questo punto che l’encefalite da zecca, può scatenare conseguenze molto gravi, come:
- meningite;
- paralisi;
- meningoencefalite;
- infiammazione del midollo spinale.9
Nella maggior parte dei casi i disturbi neurologici durano circa 2 settimane scomparendo lentamente, e solo nelle forme più severe i pazienti possono riportare conseguenze permanenti. 1 o 2 soggetti colpiti su 100, invece, muoiono di TBE: una percentuale ridotta, ma comunque importante e che rende fondamentale una prevenzione attiva e una diagnosi rapida.8
Come diagnosticare la TBE? Individuare subito la patologia può essere complicato a causa della frequente assenza di sintomi e dell’iniziale somiglianza con una normale influenza.8 Nei soggetti che sono stati a lungo all’aperto esposti al morso delle zecche, però, ai primi campanelli d’allarme è importante fare un controllo: la malattia può essere accertata esaminando il liquido cerebrospinale10 o il siero – prelevato durante la fase più acuta della malattia – in cui sono presenti gli anticorpi verso il virus.8
Come curarsi? Per la TBE non ci sono cure specifiche, ma solo una terapia di supporto per alleviare i singoli sintomi. Nei casi di complicazioni come la meningite o la meningoencefalite è necessario il ricovero in ospedale.11
TBE: la prima cura è la prevenzione.
Come per la maggior parte delle malattie, il modo migliore per stare bene è giocare d’anticipo.
Se in vista c’è una gita all’aria aperta o se la vita di campagna, magari a contatto con gli animali, fa parte della routine quotidiana, per evitare un contagio da TBE è importante seguire qualche accorgimento preventivo come:
- indossare abiti a maniche lunghe e pantaloni lunghi, in grado di proteggere il corpo;
- utilizzare repellenti contro le zecche;
- controllare il corpo per verificare l’eventuale presenza del parassita e nel caso rimuoverlo con una pinzetta.12
Tutto questo, però, può non bastare. Per chi intraprende viaggi, per chi vive o lavora in zone endemiche o aree rurali e boschive, Per evitare di contrarre la malattia, in particolare per chi intraprende viaggi in zone a rischio, è raccomandata la profilassi vaccinale.13
Bibliografia
1. My personal trainer. Puntura di zecca. Disponibile al sito: https://www.my-personaltrainer.it/benessere/puntura-di-zecca.html [Ultimo accesso 28/07/2021]
2. Epicentro. Zecche. Disponibile al sito: https://www.epicentro.iss.it/zecche/ [Ultimo accesso 28/07/2021]
3. Epicentro. Meningoencefalite da zecche. Disponibile al sito: https://www.epicentro.iss.it/zecche/meningoencefalite [Ultimo accesso 28/07/2021]
4. Dobler G, et al. Epidemiology and distribution of TBE – WMW 2012
5. [5] Ministero della Salute. Encefalite da zecche. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=242&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=1 [Ultimo accesso 28/07/2021]
6. Ministero della Salute. Encefalite da zecche. Come si trasmette. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=242&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=2 [Ultimo accesso 28/07/2021]
7. European Centre for Disease Prevention and Control. Key messages about tick-borne encephalitis and tick-borne diseases. Disponibile al sito: https://ecdc.europa.eu/en/tick-borne-encephalitis/facts/key-messages [Ultimo accesso 28/07/2021]
8. My personal trainer. TBE – Sintomi, Diagnosi, Terapie. Disponibile al sito: https://www.my-personaltrainer.it/benessere/tbe-sintomi-diagnosi-terapia.html [Ultimo accesso 28/07/2021]
9. Ministero della Salute. Encefalite da zecche. Sintomi e segni. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=242&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=3 [Ultimo accesso 28/07/2021]
10. Ministero della Salute. Encefalite da zecche. Diagnosi. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=242&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=4 [Ultimo accesso 28/07/2021]
11. Ministero della Salute. Encefalite da zecche. Terapia. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=242&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=5 [Ultimo accesso 28/07/2021]
12. Ministero della Salute. Encefalite da zecche. Prevenzione. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=242&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=6 [Ultimo accesso 28/07/2021]
13. PNPV 2017-2019
PP-VAC-ITA-0634
...questi acari possono aggredire anche l’uomo, infettandolo con il loro morso1 e provocando una serie di malattie più o meno gravi...